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L'assurdo mestiere

Giorgio Faletti

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Ci metterò la mani e un genio da inventore

Ci metterò un dolore che so io

Ci metterò l′asfalto e il sogno di un attore

Che appoggia il manoscritto sul leggio

E tirerò il cemento come un muratore sa non è possibile

E tesserò una tela che sarà una vela grande e irrestringibile

E tergerò la fronte con la mano aperta per il gran sudore

E accorderò strumenti con il tocco esperto che ha un suonatore

Mi metterò seduto li a impagliare sedie per sedermi insieme

Mi stupirò di non averlo fatto mai e di averlo fatto bene

Perché c'è sangue, c′è fatica, c'è la vita

Anche se a volte ci si spezza il cuore

In questa assurda specie di mestiere

Benedetto tu sia per quel ciuffo di pelo nero

Che se l'hai fatto tu non è cosa brutta davvero

E per le storie eterne dei cartoni animati

Per quei pazzi o quei saggi che li han disegnati

E per quel che si mangia si respira e si beve

Per il disegno allegro della pipì sulla neve

E per le cose tonde e per le cose quadre

Per le carezze di mio padre e di mia madre

Per il futuro da leggere invano girando i tarocchi

Per le linee della mano diventate rughe sotto gli occhi

Perché tutto è sbagliato ed è così perfetto

Per ciò che vinco e ciò che perdo se scommetto

Tu sia benedetto

Benedetto tu sia

Per avermi fatto e messo al mondo

E per quel che ho detto prima ti perdono

Di non avermi fatto alto e biondo

Ma così stupido e così vero

Con l′eterna paura dell′uomo nero

E del viso bianco come calce

Di quella sua signora con la falce

Che come tutti prima o poi mi aspetto

E per cui altri ti han benedetto

Ma io no

Mi dispiace ma sono solo un uomo e non ne son capace

Ma c'è una cosa che ti chiedo ed è un favore

In cambio del bisogno del dottore

Mentre decidi ogni premio e ogni castigo

Mentre decidi se son buono o son cattivo

Fa che la morte mi trovi vivo

E se questo avverrà io ti prometto

Che mille e mille volte ti avrò benedetto

E se per caso non ci sei come non detto

E avrò davanti agli occhi la mia mano aperta per il troppo sole

E andrò verso la notte con il passo calmo del seminatore

Aspetterò seduto lì per dare un nome all′ombra di qualcuno

Che per un poco sembrerà sia tutti e non sarà nessuno

Perché c'è sangue, c′è fatica, c'è la vita

Anche se a volte ci si spezza il cuore

In questa assurda specie di mestiere

Che è l′amore

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